Passa ai contenuti principali

Il Bene della Pace

Soldati 
"Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie" 

Giuseppe Ungaretti, Allegria di naufragi, 1919.

Soldiers 
"One stands as
on Autumn
up on trees
the leaves" 

Giuseppe Ungaretti, 1919. 

Francesco Dodaro at the end of '50s, my grandfather. 
Chiunque abbia conosciuto la crudeltà della guerra e l'abbia veramente compresa non può che diventare un pacifista. 

Non ho conosciuto mio nonno Francesco, ferroviere e pacifico spirito libero, in un'epoca oscura della storia dell'Italia e dell'Europa. 
Francesco era nato nel 1895 e alla maggiore età - 21 anni, sotto il giovane regno dell'Italia unita - ha dovuto presentarsi per il servizio di leva obbligatorio. Il regno d'Italia era appena entrato in una guerra, ipocritamente detta "guerra lampo". Mio nonno aveva un gemello, ma toccò a lui andare al fronte, in un conflitto che poi fu propriamente detta "Grande Guerra" o meglio "Prima Guerra Mondiale", per il numero di Stati coinvolti e per l'enorme spreco di vite umane e risorse. 
Francesco conobbe la guerra di trincea sulle Alpi come fante e tornò ferito dal fronte. Sopravvisse, come molti ragazzi della sua generazione. 
Due medaglie e l'imperativo di tirare avanti e dimenticare il passato. 
Ma un giovane calabrese di inizio XX secolo, innamorato di Dante e la sua "Divina Commedia" che aveva imparato a memoria e di Manzoni di cui amava leggere e rileggere "I promessi sposi", nei momenti di svago, sui terrazzini colpiti dal sole della sua Cosenza, aveva forse una sensibilità che non gli permetteva di scordare la violenza e la disumanità  di una guerra. 
Mio padre ora ricorda le sere che si sedeva al tavolo di casa sua dopo cena, con il bicchiere di vino e le sigarette, e voleva raccontare ai figli la sua esperienza al fronte: la trincea diventava il posto dove si mangiava, si dormiva e si andava al bagno, giorno dopo giorno, dopo mese, dopo stagione... Se pioveva, loro avevano scavato delle rientranze dove ripararsi, coperte di teli impermeabili. 
Mia zia Maria, la primogenita ricorda l'aneddoto di come nonno e i suoi compagni avessero addestrato i topi: dall'orrore di venire morsi dalle bestiole ogni volta che crollavano di sonno a ridosso delle pareti fangose, al vantaggio di sapere per primi i movimenti delle truppe attorno, senza neanche vederli, perché i ratti sciamavano nei cunicoli delle trincee. Forse, grazie a questo addestramento, tutto il suo gruppo è tornato vivo a casa. 
In famiglia, nessuno amava sentire quelle storie che, a quanto pare, nonno si ostinava a raccontare.


Questa sua testardaggine mi ha sempre ricordato nel dramma di "Napoli milionaria" la stessa del personaggio di Eduardo de Filippo, un reduce dimenticato da amici e famiglia, che ritornato a casa vuole raccontare a tutti cosa è stato costretto a vivere in una guerra che gli altri vogliono dimenticare. Le premesse che hanno portato a un conflitto così mostruoso sono anche nella corruzione e nel degradamento umano e tutti quelli che vogliono dimenticare, è perché sentono il disagio nel trattare il prossimo solo come fonte di guadagno e non come un fratello. 
Ma tanti autori hanno voluto raccontare la Grande Guerra: "Niente di nuovo sul Fronte Occidentale", "Addio alle Armi" di Hemingway, poi film con Rock Hudson e la regia di Vittorio De Sica, il film di Kubrick "Orizzonti di Gloria" ("Paths of Glory", 1957).
Tutte queste opere sono una denuncia contro l'assurdità e la bassezza a cui gli esseri umani possono arrivare.  
Monumento ai Caduti alla Villa Nuova, detta "La Villetta", Cosenza, Calabria. 

A Cosenza, c'è questo contemporaneo altare più per propagandare gli idealismi guerrafondai del Fascismo che per ricordare i caduti della Prima Guerra Mondiale.
Proclama di Vittorio Emanuele.

Dettaglio del Monumento alla Villetta di Cosenza, 1915.

... "Senza sacrifici non si fa la storia", Monumenti ai caduti del '15-'18, la Villetta, Cosenza. 

Scolpito fra i tanti nomi di quelli che non hanno festeggiato la fine del conflitto, c'era il fratello minore di mio nonno: Giovanni. Secondo mia zia Maria, Francesco si era opposto duramente al desiderio del fratello di partire nella Marina, ma Giovanni era abbagliato dalla propaganda. Affondò in un mare lontano dal Tirreno della Calabria, nell'Adriatico.

In conclusione, nonostante le medaglie - che nonno Francesco non teneva in gran conto e ora io ho cercato di rivalorizzare in una piccola cornice, sebbene l'ossidazione e i tagli ai nastri non mi permettano di vedere se avessero o meno stelle - e i monumenti commemorativi edificati in quasi ogni città d'Italia per ricordare i ragazzi spazzati via "come foglie autunnali dai rami degli alberi", l'eredità che comprendo di mio nonno è l'importanza vitale del bene della Pace. 
Croce al Merito di Guerra, 1918.
Retro Croce al Merito di Guerra, 1918. 

Medaglia al valore di Vittorio Emanuele III, 1918.


Retro della Medaglia al valore: "Unità d'Italia, 1848-1918, Ass. Naz. Madri e Vedove dei Caduti."








Commenti

Popular Posted Posts

Disegno analogico di Betty Edwards - Collera

Mandala della Gratitudine

Luglio - Disegno dal vero #3 - Pastelli Degas