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A lezione di affresco

Sibilla Delfica © Franck
Affresco copia da Michelangelo Bonarroti
Roma, 21st April 2018.
🇮🇹 Per il Natale di Roma, quest'anno sono stata a lezione di affresco, dalla Officina delle Arti Antiche. Proprio come Michelangelo Bonarroti, ho imparato come dipingevano gli antichi Romani. Così, il soggetto che ho scelte è proprio la Sibilla Delfica, dalla Cappella Sistina. 😄
Il corso si teneva proprio sotto Piazza Navona, nello Stadio di Domiziano. Così, non solo ho appreso una tecnica antica, ma ero immersa nell'atmosfera ideale!

Per questa impresa, sono davvero fiera di me per il risultato e quasi non vedo l'ora di ripetere l’esperienza.
Ho eseguito la Sibilla Delfica di Michelangelo in affresco, proprio come lui l’ha dipinta più di 500 anni fa.
Come me, Bonarroti non era esperto di affresco, nonostante fosse già un artista rinomato. Si è fatto spiegare la tecnica, ma non era soddisfatto del risultato, perché l'intonaco continuava a cadere e sgretolarsi, per l'umidità della volta a botte della Cappella Sistina. Così, ha preso i volumi di Vitruvio. Bonarroti ha scoperto che l'intonaco aveva solo un elemento tipico delle regioni laziali e campane; una terra prodotto di eruzioni vulcaniche, che resisteva all'umidità degli acquedotti e delle cisterne: la pozzolana, di cui Pozzuoli era ricchissima. Andando allora nella zona dei laghi, in provincia di Roma, Michelangelo ottenne l'ingrediente segreto per la sua pozione magica e tuttora noi ammiriamo i suoi potenti affreschi su quella volta celestiale.
Sono stata proprio brava e fedele all'originale, anche grazie al colore che ci ha messo a disposizione Cecilia, un pigmento azzurro, che ci ha detto scherzando, fosse molto prezioso. D'altra parte, ci sono state solo tre facce toste che si sono volute confrontare con il genio assoluto di Michelangelo.
Dalla sua toscana, Michelangelo ha portato le varietà di terre, argillose, ricche, colorate… con i mezzi del papato, lui ha potuto profondere mani mani di lapislazzuli dal Medioriente, una tratta forse anche allora altrettanto opulenta e pericolosa come lo è oggi, sotto le bombe.
Eppure ora, abbiamo la chimica, la tecnologia, dovrebbe essere un'età dell'oro per l'arte, perché tutti i saperi, i mezzi sono accessibili a chiunque. Invece sembra tutto così complicato, cavilloso, elitario!… Una tecnica come l’affresco potrebbe essere praticata ovunque, con estro e perizia, è all contrario relegata al mondo antico. È venerata come un culto, nei musei, nelle zone archeologiche e nelle basiliche, ma si ha pudore a viverla come un’arte viva e in più, estremamente ecologica.
Si potrebbero intonacare orrendi muri di cemento a vista, scalinate anonime, sottopassaggi stradali, locali di tendenza, piscine, portici… invece, resta la prerogativa dell'arte di Giotto, di Raffaello nella Villa della Farnesina, nelle logge papali e nel passato remoto di Pompei, Ercolano e le ville di Roma…
Immagina che bello se un gruppo di pittori avesse l’occasione di praticarlo oggi.



1. Inizio del lavoro: la lamina di pietra su cui mettere l'intonaco.
Beginning the work: choosing the subject and the stone where  there will be the  plaster.

2. Si applica l'intonaco, fatto di polvere di marmo, pozzolana, sabbia di fiume e composto di calce.
The plaster made of marble ash, pozzolana, river sand, and lime.
3. Si copia l'immagine su un foglio da lucido e si forano i contorni.
On a tracing paper, copy the subject and then pierce the contours.


4. Lo spolvero: con un tampone di pigmento, si passano i contorni della figura.
Dust: pass over the tracing paper with a color pad, to have the subject on the plaster.

5. Incarnato: su una mattonella bianca, si mischiano i pigmenti con l'acqua e si parte dai toni medi.
Ruddiness: on a white tile, colours are mixed with water, starting with half shades. 
6. L'azzurro: dipingendo il manto e poi i capelli.
Blue: painting the mantle and then the hair.
7. Ombre: si rende scuro con Terra d'ombra.
Shadows: painting the dark side adding some  burnt umber. 

Domitian Stadium, looking upwards the street © Franck
Roma, 21th April 2018.




🇬🇧 On the day of foundation of Rome, this year, I attended a lesson of fresco, at Officina delle Arti Antiche's. Just like Michelangelo Bonarroti, I learnt how ancient Romans used to paint. So, I chose as my subject exactly the Delphic Sybil from the Sistine Chapel.  😄
The fresco workshop was just under Piazza Navona, in the Domitian' s Stadium. And I learnt not only the ancient technic, but I was completely immersed in a fabulous atmosphere!
I feel very proud of the result in that challenge, and I cannot look forward to repeat fresco.
I chose a copy of the Sybil Delphic by Michelangelo, in fresco as he did more than 500 years ago.
Like me, Bonarroti was not expert of fresco, though he was already an affirmed artist. He learnt that technic, but he was unsatisfied of the result, because the plaster kept on falling down and cracking all over, because of the wet vault in the Sistine Chapel. So, he read the volumes by Vitruvius. Bonarroti understood that there was another special ingredient in the ancient plaster, typical of the regions Lazio and Campania; it was a volcanic ash, which was waterproof to build aqueducts and cisterns: the pozzolana, from the city Pozzuoli. Going to find this soil around the lakeside, around Rome, Michelangelo got the secret ingredient for his magical potion and still now we can admire his powerful frescos over the heavenly vault. 
I was really good and accurate, thanks also to the colours which Cecilia, the master of the workshop from Officina delle Arti Antiche, gave us. Specially there was one blue that Cecilia kiddingly said was precious. On the other side, in that workshop, three people who dared to compete with the absolute genius of Michelangelo!
From his Tuscany, Michelangelo took the variety of painting from the soils, clay and calcareous too, very rich. Through the means of Pope, he could spend handfuls of lapis lazuli form the Middle East, a place even then opulent and dangerous, as today under the many conflicts. 
Yet, now, we have got chemistry, advanced technologies, and it could be the golden age for art, because all our knowledge, our means are available for anybody. Instead, it seems all so complicated, small-minded, elitist… Fresco technic could be made anywhere, with fantasy and skill, meanwhile it is considered only an ancient technic. It is worshipped as a cult, in museums, in archeological sites and basilicas, but we refuse to consider it as a lively discipline and moreover, extremely ecological. 
Anywhere there could be painted horrible walls made of concrete, anonymous stairway, uncomfortable subways, stylish clubs, pools, covered walkways… fresco is instead prerogative of Giotto’s art, Raphaël’s, and the remote villas and domus in Rome, Pompei and Ercolano…

What if there would be a group of painters who meet to paint fresco today?… 

Pigmenti per affresco, le pietre e campioni di affesco.
Colours for Fresco, their stones and some samples of fresco. 


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