Passa ai contenuti principali

Centro Sperimentale di Cinematografia

Giancarlo Giannini's Sketch©Franck, pen, at CSC November 30th, 2015. 
Lo scorso dicembre è stato un mese molto impegnativo per me: ho seguito da studente il corso di "Laboratorio di Recitazione Intensivo diretto da Giancarlo Giannini".
Conoscevo già il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, perché cinque anni fa lì sono stata per uno stage di un master universitario, ma nella Biblioteca Luigi Chiarini.



La mia passione per l'arte e la recitazione mi aveva portato nel casermone lungo la Via Tiburtina, a due passi dagli Studi di Cinecittà. Ero rimasta delusa solo di non aver accesso alle lezioni di recitazione, mentre catalogavo sceneggiature, libri meravigliosi e assurdi e soprattutto mi dilettavo a digitalizzare alcune riviste dell'inizio del XX secolo su i beniamini del cinema muto.
Si dice che gli "artisti-ombra" gravitino come satelliti intorno alla loro tribù, ma che per eccessiva autocritica si mantengano ai margini, a guardare dalla finestra il mondo che apparterrebbe loro.
Mi ero invece ripromessa di sovvertire lo stato delle cose, che per censo e limiti di età, mi escludevano da essere io l'artista a pieno titolo.
Durante la scorsa estate, mia sorella aveva letto appassionatamente l'autobiografia di Giancarlo Giannini "Sono ancora un bambino, ma nessuno può sgridarmi". Come suo stile, mi ha fatto partecipare citando estratti interessanti sul mestiere del cinema e divertenti. Mia sorella ha un sesto senso: sente quando il destino sta per regalare una scia di meraviglia... pochi mesi dopo, ho scoperto che il CSC offriva laboratori intensivi e, per la prima volta, non era importante il limite di età.
Dopo qualche giorno di riflessione combattuta, mi sono consultata in casa e mi sono iscritta.
Mi è sempre stato stretto il ruolo di spettatore e stavolta, mi sono resa protagonista. Non voglio vivere di rassegnazione e rimpianti: siamo tutti pronti a scommettere sugli altri ma quando si tratta di dare forma a un sogno nostro, ecco che il buonsenso, la prudenza, l'opportunità di fare o meno qualcosa, ci  censura.
Ma la vita è altro. Che forma vogliamo darle? Che occasione? Che meta?

Ho lavorato duramente in quelle poche settimane, dis/tratta da mille pensieri e preoccupazioni che si ergevano come minacciose ondate. Ulisse mi avrebbe fatto un baffo!

Conoscere Giancarlo Giannini come docente è stato emozionante: il protagonista di tanti film che hanno segnato la mia infanzia come quelli della regista Lina Wertmüller, gran parte del doppiaggio dei miei attori preferiti - De Niro, Nicholson, Gibson, Pacino - e il Mathis doppiogiochista dei primi due 007 dell'era Daniel Craig, be', erano tutti insieme lì, a due passi da me! Le lezioni che più mi hanno colpito di lui sono state quelle che spiegavano che la fantasia è alla base della creatività del lavoro attoriale e poi, che un attore è anche un autore: con studio, immaginazione, concretezza rende un buon personaggio scritto  un essere umano a tutto tondo.
Giancarlo Giannini's Sketch_in front©Franck, blue pen, at  CSC November 30th, 2015. 

Il laboratorio prevedeva la conoscenza diretta dei maggiori metodi di recitazione usati nel cinema, soprattutto italiano; lo scopo era sperimentare per scoprire il migliore per noi. Così, ho conosciuto gli altri docenti: Mirella Bordoni ci ha aperto un mondo sul metodo italiano per eccellenza, ovvero il Metodo Orazio Costa. Una docente estremamente colta, elegante, brillante; mi ha confermato l'importanza della lettura collettiva di un brano da recitare, in cui dovevamo trovare le parole chiave per costruire l'umore del personaggio, per comprenderlo profondamente, quasi assistessimo a una seduta psicoanalitica sui sogni, lapsus, ripetizioni ossessive di uno schema a partire dall'uso delle parole. Bordoni ha un potere magico: fa uscire dal profondo le emozioni, passioni, intuizioni che ritraggono una leggera brezza sul mare, una tempesta nella foresta, una corsa fra i rovi. E poi, riapri gli occhi e la docente sta lì, pacata, in un sorriso arcaico e sai cosa significa "interpretare" un testo.
Mirella Bordoni's Sketch©Franck, pen, at CSC, December 2nd, 2015.


Abbiamo avuto anche la conoscenza diretta del Metodo Stanislavsky con la docente Eljana Popova. Ha uno stile ferreo, secco, quasi militaresco; mi ha consolidato le domande base per conoscere il personaggio: Chi è? Da dove viene? Cosa vuole? Quali sono le sue caratteristiche e le sue conoscenze? Ha un'urgenza? 
Popova ci ha lasciato scegliere un monologo da un dramma di Chekov, caratterizzare il personaggio con un oggetto, pensare a un brano musicale che potesse descriverlo. Io ho scelto da "Il giardino dei ciliegi" Trofimov, l'idealista che non sa come sarà la rivoluzione ma sente che bisogna cambiare, credere e cercare la verità; per dargli voce, ho pensato a "People have the Power" di Patti Smith, che ho cantato anche nel mezzo del monologo a memoria, come la docente ci aveva suggerito. Sul naso il mio precettore Trofimov aveva gli occhialetti, ma sul cuore la spilla di Lenin - anacronistico per Chekov, ma utile per la passione. 
Eliana Popova's Sketch©Franck, pen, at CSC, December 18th, 2015. 

Abbiamo concluso il corso con le riprese di un dialogo con il docente Vito Mancusi. Ci ha spiegato la dinamica dell'azione: modo, ritmo, interpretazione e intensità. Ci ha mostrato l'urgenza che l'azione stessa innesca nell'emotività, come qualcosa di fisico può influenzare profondamente la resa psicologica nella recitazione. 
Vito Mancusi's Sketch©Franck, pen, at CSC, December 9th, 2015. 

Altri due magici contributi sono stati dati al laboratorio dalla docente dell'Attore fisico, Silvia Perelli, e impostazione della voce e del respiro, Valeria Benedetti Michelangeli. 
Penso che Perelli avrebbe voluto spararmi a vista più di una volta, ma mi ha graziato. Forse perché sono simpatica o forse perché si sarà arresa. 😝 Io invece no, non mi sono mai data per vinta, neppure quando la mia inadeguatezza era un dato di fatto. Avevo la certezza di dare il mio meglio solo per il mio impegno e convinzione e per... l'entusiasmo! 
Silvia Perelli's Sketch©Franck, pen, February 4th, 2016. 

Gli esercizi di respirazione diaframmatica e quelli neuromotori, che si accostano tanto ai giochi che i ragazzini praticavano per strada, erano materia di Benedetti Michelangeli. Sebbene avessimo poche ore, riconosco a questa docente un senso intuitivo notevole: mi piace per la sua franchezza, priva di pregiudizio; i suoi appunti non sono mai per stroncare e il suo intercalare per riportare gli studenti con i piedi per terra - "E 'sti c...i!!"- mi fa ancora sorridere. Il ritratto di Valeria non rende la sua passionalità e il suo fascino: non riuscivi mai a metterla a fuoco, perché ti ballava sempre davanti con un sorriso complice e ironico. 
Valeria Benedetti Michelangeli's Sketch©Franck, pen, February 4th, 2016. 



Ma quello che non scorderò mai sono le letture di poesie e le session in cabina di doppiaggio con Giancarlo Giannini. Mi sono divertita e messa alla prova e ho anche ottenuto qualche complimento per la mia bravura intuitiva... si vede mica?!... 😉
Cabina di regia doppiaggio al CSC©Franck, December 4th, 2015. 

Franck alla prova doppiaggio©Franck, CSC December 4th 2015.  

"A piedi nudi nel parco", prova doppiaggio al CSC©Franck, December 4th, 2015.

Franck alla prova doppiaggio CSC©Franck, December 4th, 2015.
Giannini and Franck at CSC©Franck, at CSC December 21st, 2015.

Giannini and Franck at CSC©Franck, at CSC December 21st, 2015.

Giannini at CSC©Franck, at CSC December 21st, 2015.

Giannini©Franck, at CSC December 21st, 2015.

Commenti

Popular Posted Posts

Disegno analogico di Betty Edwards - Collera

Mandala della Gratitudine

Luglio - Disegno dal vero #3 - Pastelli Degas